La storia di Mediolanum in sintesi

“A Milano ogni cosa è degna di ammirazione,


Vi è profusione di ricchezze e innumerevoli sono le case signorili (…)


La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura;


vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo imperiale, la ricca zecca,


il quartiere che prende nome dalle celebre terme Erculee (…)


le sue costruzioni appaiono una più imponente dell’altra, come se fossero tra sé rivali, e non ne sminuisce la grandezza nemmeno la vicinanza con Roma”

(Ausonio, Ordo urbium nobilum, 35-45)

 

Con queste parole piene di ammirazione ed entusiasmo il poeta latino Ausonio descriveva Milano nel IV secolo d.C., un centro all’apice del suo splendore che era in grado di rivaleggiare perfino con Roma. Ma come dobbiamo immaginarci la città alle sue origini? Quali sono i motivi che determinarono la sua trasformazione da modesto villaggio a sede della corte di uno dei più grandi imperi del mondo antico?

Certamente la formazione dell’abitato e il suo sviluppo continuo furono legati soprattutto alla posizione geografica, all’idrografia e alla fertilità del suolo. Tuttavia, molto poco sappiamo della Milano più antica. La fondazione del primo insediamento nell’area si deve a una popolazione di origine celtica proveniente dalle regioni danubiane e detta “golasecchiana” dalla località a sud del lago Maggiore dove sono state rinvenute le prime testimonianze archeologiche.

Le evidenze risalenti al V secolo a.C. suggeriscono un abitato di circa 12 ettari nella zona più alta della città, tra le attuali via Meravigli, via Valpetrosa e piazza Duomo.

A partire dalla fine del V secolo a.C. nuove popolazioni celtiche giungono in Italia portando con sè una nuova cultura detta “lateniana” dal sito svizzero di La Tène. L’area al centro della pianura

padana venne dominata dagli Insubri, definiti dallo storico greco Polibio (II secolo a.C.) “la più potente tribù celtica a sud delle Alpi”. Mediolanum assunse in quell’epoca un ruolo particolare e fu scelta metropoli della confederazione insubre, cioè centro politico e religioso. Anche in questo caso poco si conosce del nuovo abitato che doveva avere estensione analoga a quello golasecchiano sul quale si sviluppò senza grandi differenze, con strutture prevalentemente in legno e terra secondo tecniche edilizie di tradizione celtica. Completano un quadro archeologico modesto le fonti letterarie che sottolineano il primato di Milano: Polibio definisce la città “la località più importante del paese degli Insubri” e lo storico greco Plutarco (I-II secolo d.C.), nella biografia del console Marcello (vincitore degli Insubri) conferma la versione del collega descrivendo Milano come “la città dei Galli più grande e popolosa, che i Celti di quella regione considerano loro capitale”.

Dagli ultimi decenni del III secolo a.C., la città risulta coinvolta nelle vicende belliche che videro l’esercito romano in espansione verso l’Italia settentrionale e quello dei Galli (appellativo rivolto ai Celti da parte dei Romani) deciso a conservare i propri territori. Tuttavia è con la vittoria di Clastidium (Casteggio) nel 222 a.C. che la città viene definitivamente occupata, sotto la guida dei consoli Cneo Cornelio Scipione e Marco Claudio Marcello. Dopo questa vittoria la penetrazione romana giunse ad una svolta decisiva, grazie anche alle condizioni favorevoli concesse agli Insubri rimasti in possesso dei loro territori. Tappa fondamentale fu senza dubbio l’89 a.C., anno in cui la lex Pompeia concesse alle popolazioni residenti oltre il Po lo ius Latii (diritto latino) che non prevedeva il diritto di voto e di elezione, ma concedeva diritti civili come quelli di commerciare e contrarre matrimonio con i cittadini i romani e imponeva obblighi militari. La piena cittadinanza venne concessa, infatti, solo ai magistrati locali favorevoli a Roma, a cui spettava il compito di fare da intermediari tra il potere centrale e la cultura indigena, favorendo così l’integrazione graduale con il mondo romano. Quanto allo sviluppo urbano, le indagini archeologiche consentono di delineare un quadro, pur frammentario, della Mediolanum del II-I secolo, un insediamento pianificato in un’area vasta circa 80 ettari, caratterizzato da modesti edifici di legno con pavimenti in terra battuta, come testimonia quanto messo in luce in piazza Missori, piazza Duomo e nelle vie Moneta, Santa Margherita e Santa Maria Fulcorina.

Qualche decennio più tardi, nel 49 a.C., con la lex Iulia viene concessa la cittadinanza romana a tutta la Gallia Cisalpina (a sud delle Alpi). Milano, dunque, per l’importanza e l’autonomia amministrativa, fu detta municipium civium Romanorum.

È a partire dal I secolo a.C. che proprio per esprimere la sua adesione alla politica di Roma, la classe dirigente della città commissionò i primi edifici pubblici monumentali in pietra e marmo su modello di quelli dell’Urbe, di cui restano testimonianza alcuni significativi elementi architettonici. Anche nell’edilizia privata si prediligeva il gusto di Roma: nelle dimore, costruite in prevalenza secondo tecniche tradizionali, cominciarono a comparire decorazioni pavimentali e parietali (mosaici e affreschi), allineate con le principali correnti artistiche della penisola; arredamento e suppellettili riflettevano il gusto e le mode della capitale.

Il volto di Mediolanum cambiò radicalmente tra l’età cesariana e quella augustea, quando il processo di “romanizzazione” trovò compimento.

Nel decennio tra il 40 e il 30 a.C. può essere collocata una visita di Augusto, che tornò a Milano per motivi militari connessi alle campagne germaniche e, secondo alcuni storici, la città fu il quartier generale del principe anche durante le guerre alpine del 17-16 a.C.

Il viandante che in età augustea o nel primo secolo della nostra era si avvicinava a Milano si trovava di fronte all’imponente mole della mura, dietro la quale incombeva la facciata curvilinea del teatro. Le strade che conducevano in città erano probabilmente dominate da una sequenza di monumenti funerari, intervallati da dimore suburbane e da aree produttive, sullo sfondo di campi coltivati o zone boschive. Immettendosi nelle strade principali, il cardo e il decumano massimo, ci si poteva dirigere verso il foro, lastricato in marmo di Verona e accompagnato da una quinta di prestigiose domus riccamente decorate.

Milano divenne, quindi, un importante punto di riferimento in Italia settentrionale, con un modesto peso politico, ma un buon livello culturale; il poeta Virgilio, ad esempio, vi concluse i suoi studi di retorica.

Se per quanto riguarda il II secolo d.C. le notizie storiche e i reperti archeologici sono più rarefatti, agli inizi del III secolo è attestata una nuova ripresa dell’attività edilizia, testimoniata dal ritrovamento in varie zone della città di materiale architettonico. All’epoca dei Severi, ad esempio, il foro fu abbellito con la costruzione di un arco o di un ingresso monumentale.

È senza dubbio alla fine del III secolo che Milano raggiunse il massimo del suo splendore, quando comparve sulla scena politica l’imperatore Diocleziano, ideatore di un rivoluzionario progetto di ristrutturazione e gestione del potere. Nel suo sistema di governo, noto come tetrarchia, l’impero risulta diviso in quattro grandi aree, ciascuna governata da un regnante a cui spettava il compito di scegliere una sede imperiale: il generale Massimiano fu indicato da Diocleziano come imperatore della parte occidentale dell’Impero e nel 286 d.C. elesse Mediolanum a propria capitale.

Il ruolo di sede imperiale modificò definitivamente il volto della città, scenario privilegiato per grandi eventi storici. Fu nel centro di Mediolanum che si festeggiò l’incontro fra i due imperatori Diocleziano e Massimiano “Erculeo” nel 290-291 d.C.; qui nel 313 furono celebrate le fastose nozze fra Licinio, il nuovo tetrarca di Oriente, e Costanza, sorellastra di Costantino, divenuto poi l’Augusto per l’Occidente (306-337 d.C.). Ed è proprio a questo evento che si collega il celeberrimo Editto di tolleranza nei confronti dei cristiani.

Dal punto di vista urbanistico si registrano significativi cambiamenti: alcune torri tardorepubblicane lasciarono il posto a quelle della nuova cortina muraria e ai carceres del circo, costruiti su terreno ottenuto in precedenza destinato ad ospitare necropoli e alcuni edifici privati suburbani. Il decumano massimo fu monumentalizzato con portici lungo buona parte del suo tracciato; lungo l’attuale corso di Porta Romana, inoltre, fu realizzato anche un imponente arco trionfale alla fine del IV secolo d.C.

La nuova capitale dell’impero richiese infine strutture e spazi consoni ad ospitare l’imperatore e la sua corte: il che comportò l’abbattimento di alcune domus e la costruzione di un imponente palazzo imperiale.

Se l’imperatore Costantino (306-337) prediligeva le sedi imperiali di Roma e Costantinopoli, con i suoi eredi (Costantino II, Costante e Costanzo II) Milano torna ad essere scenario privilegiato di grandi eventi politici e religiosi, non ultima la disputa teologica tra cristianesimo ortodosso e arianesimo. Nel 365 d.C. divenne imperatore d’Occidente Valentiniano I, che scelse nuovamente Milano come sua residenza. Per tutto il regno di Valentiniano I e della sua dinastia, Milano assunse effettivamente un ruolo di capitale in coincidenza

con l’episcopato di Ambrogio (374-397 d.C.). Grazie a questo straordinario personaggio, Milano cambia definitivamente il suo aspetto connotandosi come una città cristiana, mediante la realizzazione del complesso episcopale e di quattro basiliche paleocristiane. Si delinea, così, una nuova topografia della città, che nei secoli si arricchisce con nuovi edifici di culto abbelliti con le spoglie recuperate dai monumenti pagani, come nel caso della basilica di San Lorenzo.

Alla morte di Ambrogio, Milano visse ancora qualche tempo di benessere per la presenza della splendida corte di Onorio, succeduto nel 395 d.C. a Teodosio come imperatore d’Occidente, nonostante la pressione dei Visigoti, contrastati dal valido generale Stilicone, suocero dell’imperatore. Guidati da Alarico, i Visigoti entrarono in Italia settentrionale, costringendo Onorio a spostare la corte imperiale nella più sicura Ravenna (402 d.C.). La splendida città magnificata dal poeta Ausonio continuò ad essere fiorente fino alla metà del V secolo, quando l’occupazione degli Unni, guidati da Attila, nel 452 d.C. la segnò profondamente. Danneggiata durante la lotta tra Odoacre e gli Ostogoti di Teodorico, la città venne restaurata e abbellita, almeno negli edifici sacri, dal vescovo Lorenzo I (489/510-512 d.C.). Saccheggiata dal re ostrogoto Uraia attorno al 538 d.C., Mediolanum, priva di risorse umane e di un appoggio dagli imperatori d’Oriente, fu abbandonata a se stessa.

 

Mediolanum da metropoli degli Insubri a capitale dell’impero

V secolo a.C.         le origini di Milano

IV-III secolo a.C. Milano, metropoli degli Insubri

222 a.C.                 Cneo Cornelio Scipione e Marco Claudio Marcello sconfiggono gli Insubri a Casteggio

89 a.C.                    Lex Pompeia, a Milano viene concesso lo Ius Latii

49 a.C.                    Lex Iulia, Milano diventa Municiupium Civium Romanorum

44 a.C.                    Morte di Cesare

27 a.C.-14 d.C.      Principato di Augusto

284-305 d.C.        Regno di Diocleziano

286 d.C.                Milano diventa capitale dell’Impero romano d’Occidente con Massimiano

313 d.C.                 a Milano sono celebrate le nozze fra Licinio e Costanza. Editto di Tolleranza di Costantino

365 d.C.                Valentiniano I, imperatore d’Occidente sceglie Milano come sua residenza

374-397 d.C.        Episcopato di Ambrogio

402 d.C.                Onorio trasferisce la corte imperiale da Milano a Ravenna

452 d.C.                Gli Unni di Attila occupano Milano

489-510/12         Episcopato di Lorenzo I

538-539 d.C.       Milano saccheggiata dagli Ostrogoti di Uraia

 

 

1162                        Milano saccheggiata e distrutta da Federico Barbarossa

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