Il foro

Il foro dell’antica Mediolanum era ubicato all’incrocio degli assi viari principali, nell’area oggi occupata dalla Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana e dalla chiesa del Santo Sepolcro.

Scarse sono le notizie storiche sulla piazza: Svetonio e Plutarco ricordano una statua bronzea di Bruto, che verosimilmente fu eretta nel centro cittadino in età augustea; il poeta Ausonio poi nel IV secolo d.C., cita solo l’opulens moneta (la ricca zecca), edificio solitamente situato nei pressi delle piazze forensi. Tuttavia, l’esistenza vera e propria della piazza è testimoniata nelle fonti per la prima volta solo nell’Alto Medioevo, in due documenti datati all’879. Molto numerosi invece sono stati i ritrovamenti archeologici che hanno interessato fin dalla fine dell’Ottocento quest’area urbana.

Grazie a questi lavori è oggi possibile immaginare il volto della piazza principale di Mediolanum: ampia 55 x 160 metri, essa doveva essere molto simile a quelle di Verona, Brescia e Pompei e corrispondere alla tipologia descritta dall’architetto Vitruvio e ben attestata in Italia e nelle Gallie. Limitata a nord e a sud dagli assi stradali corrispondenti alle attuali vie Armorari-Spadari e via del Bollo, lungo i lati maggiori la piazza era affiancata da una serie di tabernae (esercizi commerciali) fornite di porticati. Assenti, invece, risultano ad oggi i dati relativi agli edifici principali che solitamente caratterizzavano un municipium, quali la sede del senato (curia), l’edificio per le attività amministrativo-giuridiche (basilica) e il tempio principale dedicato alla triade capitolina Giove, Giunone e Minerva (capitolium). Quest’ultimo forse doveva trovarsi sull’attuale via Cantù, mentre nei pressi dei lati lunghi erano un presunto macellum a est e l’ipotetica zecca a ovest (il cui ricordo rimane nel toponimo “via Moneta”), affiancati da edifici a destinazione residenziale e artigianale.

L’aspetto architettonico del foro, monumentalizzato in epoca augustea, non dovette rimanere cristallizzato nei secoli successivi. In età severiana (fine II – inizio III secolo d.C.) si costruì un arco o un fornice di accesso alla piazza, a testimonianza sia della vitalità del centro traspadano sia con buona probabilità dell’interesse degli imperatori dell’epoca per Mediolanum. Ciò che oggi resta di questo monumento sono pochi elementi di decorazione architettonica recuperati in situazione di reimpiego, come una protome (testa e busto) di Medusa e di Giove Ammone: essi rafforzerebbero l’ipotesi di un intervento esteso nel cuore della città e a imitazione del programma decorativo applicato nel foro di Augusto a Roma.

Indirizzo

L’ingresso al foro romano è da via dell’Ambrosiana (angolo piazza Pio XI).

Orari

Apertura ogni primo sabato del mese dalle 10.30 alle 16.30. Per i gruppi e per visite in altri giorni  è necessaria la prenotazione.

Contatti

+39 02 806921 – www.ambrosiana.eu

Le testimonianze

  • Via dell'Ambrosiana (Biblioteca Ambrosiana)
  • Piazza San Sepolcro (Chiesa del Santo Sepolcro)

Preziosa testimonianza del foro di Milano è conservata nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana, costruita tra il 1603 e il 1609 da Federico Borromeo. Qui è emersa una porzione del lastricato della piazza ancora nella sua collocazione originaria. Sono visibili, inoltre, alcuni gradini in mattoni della scalinata di accesso alle botteghe sotto i portici e due segmenti in pietra di una canaletta di scarico delle acque pluviali. Verosimilmente a ridosso delle tabernae correva una strada parallela all’asse longitudinale della piazza. La pavimentazione, in lastre irregolari di pietra di Verona, è stata datata all’età augustea, periodo in cui iniziò lo sfruttamento su vasta scala delle cave di questo materiale. Prima di essa la piazza era occupata da costruzioni in legno di cui rimangono poche tracce. Alcune lastre del pavimento recano sulla superficie impronte di forma regolare, ancora riconoscibili, e destinate ad alloggiare monumenti.

 

Sito accessibile al pubblico

Divenuto forse meno importante dopo la ristrutturazione urbana di età massimianea, il foro venne gradualmente occupato da edifici privati, pur mantenendo la sua identità. In epoca tardoantica, quando Milano perse il ruolo di capitale dell’Impero d’Occidente, si documenta il forte ridimensionamento del perimetro della piazza, con la spoliazione dei materiali tratti da edifici pubblici ormai abbandonati; la realizzazione di nuovi poli politico-religiosi della città attorno al palazzo imperiale e al complesso episcopale determinò la progressiva decadenza della piazza. Nel 1030 venne costruita la chiesa della Santissima Trinità, poi dedicata nel 1099, in occasione della prima Crociata, al Santo Sepolcro, con la grande cripta da poco restaurata. La pavimentazione originale di questo ambiente è in lastre di pietra di Verona, recuperate dalla piazza del foro e riutilizzate al momento della costruzione dell’edificio religioso. Ciò sembrerebbe al momento dimostrato dalla differenza di quota di circa 0,50 metri tra il livello originario del lastricato romano, più alto, e la quota del pavimento della cripta nonché dall’orientamento delle lastre. Il termine “Pasquario”, usato a partire dal XIII secolo per indicare lo spazio del foro antistante la chiesa del Santo Sepolcro, indica la presenza di un’area erbosa davanti ad essa. In quel momento quindi il lastricato del foro era già stato obliterato.

Sito accessibile su richiesta

Suggerimenti Bibliografici

Approfondimenti

ebook foro ambrosiana

Il foro romano in e-book: consultalo sul sito della Veneranda Biblioteca Ambrosiana.

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