Le Terme “Erculee”

Le terme pubbliche erano un luogo fondamentale per la vita della città in età romana, destinate sia a salvaguardare la salute dei cittadini che a costituire un luogo di ritrovo e incontro. La prassi sviluppò nel tempo un vero e proprio “percorso benessere”, che prevedeva passaggi da ambienti caldi (calidaria) a locali freddi (frigidaria), attraverso vani mantenuti a medie temperature (tepidaria). Il funzionamento di tale sistema di ambienti a temperature differenti presupponeva un articolato impianto idrico e di riscaldamento. In età romana imperiale si andò progressivamente definendo l’organizzazione degli spazi degli impianti termali secondo uno schema assiale, che prevedeva che gli ambienti principali si trovassero allineati lungo lo stesso asse.

A Milano la costruzione delle cosiddette terme “Erculee” viene fatta risalire all’iniziativa dell’imperatore Massimiano. Le strutture dell’impianto, eccezionalmente estese, occupavano un’area di circa 14.500 mq, attualmente delimitata da corso Europa e corso Vittorio Emanuele II, verso piazza San Babila: l’area scelta per il nuovo impianto corrispondeva alla zona nordorientale nei pressi della porta Orientalis e venne inclusa nella città dalla cosiddetta “addizione massimianea”. Il poeta attivo alla corte dell’imperatore Graziano II, Ausonio, parlando dell’allargamento delle mura, ricorda infatti la “regio Herculei celebris sub honore lavacri“ ovvero “il quartiere che ha per ornamento le famose terme Erculee”: il nome dell’eroe era l’appellativo specifico dell’imperatore Massimiano.

L’ingresso monumentale alle terme doveva trovarsi a nord, lungo l’asse principale (propileo 1); da qui si accedeva alla palestra (2), grande cortile circondato da un colonnato. Sullo stesso asse si trovavano in successione frigidario (16), tepidario (14-15) e calidario (12). Il percorso interno aveva probabilmente due distinti percorsi speculari per gli uomini e per le donne. Dalle sale destinate a spogliatoio (3-4), si entrava in vani più piccoli riscaldati che davano l’accesso al calidario (12): quest’ultimo aveva almeno due vasche con acqua calda situate all’interno delle due absidi poste sui lati dell’ambiente. Dalla sala calda si poteva iniziare un percorso a ritroso, attraverso il tepidario (14), verso il cuore delle terme costituito dal frigidario (16): questo era l’ambiente più esteso, riccamente arredato con lastre di marmo che ricoprivano il pavimento e dotato di vasca con l’acqua fredda situata nell’abside.

I vani centrali erano rivestiti da marmi, quelli laterali invece, almeno per la parte orientale, erano decorati da mosaici colorati, con motivi sia geometrici sia figurati. Ornavano gli ambienti anche sculture in marmo, come il torso di Ercole rinvenuto negli scavi: la statua, sebbene frammentaria e priva della testa, è stata riconosciuta come un lavoro di altissima qualità, forse prodotto in un centro dell’Asia Minore (fascia costiera della Turchia) all’inizio del II secolo d.C. e poi reimpiegata.

Planimetria generale delle terme "Erculee".
Disegno ricostruttivo delle Terme "Erculee".

Le testimonianze

  • Corso Europa 11
  • Corso Europa 16
  • Largo Corsia dei Servi

Presso il palazzo di corso Europa 11, davanti alla chiesa di San Vito al Pasquirolo, in un vano sotterraneo sono conservati i resti del tepidarium. L’ambiente era riscaldato tramite un sistema ad ipocausto, che lasciava passare l’aria in un’intercapedine al di sotto del pavimento vero e proprio: in questo caso, oltre ai pilastrini, furono usati dei piani formati da file di mattoni rettangolari sovrapposti che crearono dei veri e propri canali di passaggio per l’aria; il piano d’appoggio era formato da laterizi rettangolari, a loro volta sostenuti da una spessa preparazione che poggiava direttamente sul terreno. Il peso che dovevano reggere sia i pilastrini sia i piani in laterizi era notevole: il pavimento, infatti, era rivestito da lastre in marmo bianco e la sua preparazione in conglomerato molto tenace era spessa circa 0,40 metri. Sotto la parte di pavimento conservato si possono ancora osservare i mattoni e i pilastrini crollati sotto il suo peso. Su una delle pareti del vano sotterraneo, è stato musealizzato un mosaico geometrico a tessere bianche, nere e arancioni con decorazione a grandi “T rovesciate”: si tratta di una parte dello stesso pavimento a cui apparteneva anche il mosaico raffigurante la Primavera, rinvenuto in precedenti indagini. È stato ipotizzato che in origine il pavimento avesse una decorazione geometrica e che ai quattro angoli fossero disposti i busti con le quattro Stagioni.

Sito non accessibile al pubblico

Nell’atrio di palazzo Cusini-Figari (già Litta Modignani) sono esposti due mosaici pavimentali, ritrovati sotto l’edificio moderno nel corso degli scavi effettuati dalla Soprintendenza negli anni Ottanta; essi decoravano due ambienti (7 e 9) del settore orientale delle terme “Erculee”: i due frammenti conservati rivelano l’eleganza e l’accuratezza del mosaico originale, caratterizzato da una sobria “quadricromia” (bianco, nero, grigio, rosa). Uno dei due mosaici, a grandi tessere bianche, nere, verdi e rosse, abbelliva il vano 7: nella parte centrale di una composizione geometrica ad ottagoni e quadrati si trova l’angolo di un riquadro, di cui si conserva solo la cornice a nastro a colori sfumati. I motivi riconoscibili negli ottagoni e nei quadrati sono molto vari, sia floreali sia geometrici: tra di essi si trova anche il cosiddetto “nodo di Salomone”.

Sito accessibile su richiesta

Attraversando il passaggio tra corso Vittorio Emanuele II e corso Europa, in largo Corsia dei Servi si conservano i resti dei muri delle terme, qui ricollocati negli anni Sessanta dalla quota originaria di rinvenimento a -3,50 metri dall’attuale piano stradale.

Nelle strutture si distinguono le parti dell’elevato da quelle delle fondazioni. L’alzato è formato da un paramento in mattoni che poggiano su una prima fila di pietre squadrate e da un nucleo composto da malta mista a mattoni spezzati, pietre e ciottoli.

Le fondazioni hanno spessore maggiore e sono costituite da ciottoli legati da malta. In un grande blocco di fondazione è visibile – nella parte inferiore – un frammento di anfora capovolta, che potrebbe indicare la presenza di una bonifica del terreno forse relativa a edifici più antichi delle terme. In occasione delle indagini archeologiche è stato più volte accertato che le fondazioni delle terme, come molti edifici milanesi, poggiavano invece su pali di legno.

Altri due tratti delle fondazioni sono conservate nel giardinetto a lato della chiesa di San Vito al Pasquirolo (così chiamata nel Medioevo per la presenza di un’area verde che doveva caratterizzare il quartiere intorno all’edificio di culto).

Sito accessibile al pubblico

Indirizzo e orari

 I resti delle terme ricollocati nelle aiuole in largo Corsia dei Servi sono sempre visibili.

 

Suggerimenti Bibliografici
Torso di Ercole dall'area delle Terme

Il torso di Ercole

Le suggestioni di un capolavoro dalla lunghissima storia

Notizie

Con i lavori per la costruzione della linea 4 della metropolitana sono riprese le indagini archeologiche delle terme.

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