Le collezioni del Museo d’Arte Antica traggono le loro origini nel Settecento, legate alle attività dell’Accademia di Brera in cui erano esposti i primi pezzi prima del trasferimento nella straordinaria sede espositiva della Corte Ducale del Castello Sforzesco, in occasione dei restauri diretti da Luca Beltrami. Risale al 1900 l’inaugurazione del Museo Archeologico e Artistico, poi trasformato in Museo d’Arte Antica nel 1956 e dedicato all’arte lombarda dall’Alto Medioevo fino al pieno Rinascimento. Attualmente, il Castello sforzesco ospita anche la sezione Preistoria e protostoria e la sezione Egizia del Museo Archeologico.
Nella Sala I, nota come Sala della Cancelleria perchè all’epoca degli Sforza ospitava l’ufficio dedicato agli atti amministrativi e alla corrispondenza dei duchi, si trovano le opere della sezione “Arte a Milano dal IV all’XI secolo”, ovvero dalla tarda età imperiale romana fino all’instaurazione del libero Comune.
Si tratta di opere – in prevalenza scultoree e architettoniche – provenienti dalle demolizioni degli edifici e dai relativi scavi nel centro storico di Milano fra il Settecento e il Novecento.
Fra queste, si segnalano due frammenti di colonnne in laterizi e marmo, con tracce di pittura, che scandivano in origine in cinque navate la cosiddetta Basilica Nova che nel IV secolo d.C. era uno degli edifici del complesso episcopale. I suoi resti, messi in luce durante gli scavi condotti in piazza Duomo nel 1943 per la costruzione di un rifugio antiaereo e nei primi anni Sessanta durante i lavori per la linea 1 della metropolitana, vennero quindi smantellati (ad eccezione di quelli visibili nell’Area archeologica del Duomo) e in parte trasferiti nella sede attuale. Apparteneva al gruppo di sepolture che in età altomedievale circondavano la basilica – allora intitolata a Santa Tecla – la tomba del prete Maginfredo (IX secolo d.C), di cui sono qui esposte due lastre affrescate; della stessa epoca sono alcuni arredi liturgici.
Fra le testimonianze di un periodo poco documentato a Milano dal punto di vista archeologico, l’età altomedievale, si distinguono alcuni nuclei particolarmente significativi, che ricordano la presenza dei Longobardi a Milano, il loro impegno nel promuovere il restauro delle basiliche – fra cui la Basilica Virginum/San Simpliciano (come suggerito dalla tegola con bollo recante il nome del sovrano longobardo Agilulfo, marito di Teodolinda, e del figlio Adaloaldo) – e nella costruzione di nuove chiese e monasteri, fra cui quello di Santa Maria d’Aurona.
Il nucleo pertinente alla Basilica di San Giovanni in Conca e alle sepolture ad essa adiacenti è rappresentato da una tomba con lastre in pietra affrescate sul lato interno con simboli cristiani di rinascita (una croce circondata da cervi, pernici e una palma), databile al VI secolo d.C., e dalla lapide del nobile Aldo, probabilmente parente della regina Teodolinda, scolpita con una raffinata tecnica che richiama quelle utilizzate in oreficeria.
L’esposizione di epigrafi, monumenti funerari ed elementi architettonici di età romana e altomedievale prosegue nel Cortile delle Armi, presso la Porta del Carmine.
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